Inaugurata sabato 16 ottobre la chiesa in mattoni rossi di Benedetta Tagliabue, risultato di un concorso ad invito bandito nel 2011 dalla CEI.

Sabato 16 ottobre, alle ore 15, con la Santa Messa ufficiale presieduta da S. E. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara, sono stati inaugurati il complesso parrocchiale e la chiesa di San Giacomo Apostolo a Ferrara, progettati dallo studio di architettura Benedetta Tagliabue–Miralles Tagliabue EMBT, con la collaborazione dell’artista Enzo Cucchi e del liturgista Roberto Tagliaferri.

L’opera che vede l’utilizzo nelle facciate e nella pavimentazione della terracotta SanMarco, è il risultato di un concorso a invito organizzato nel 2011 dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la progettazione di tre complessi parrocchiali per il Nord, Centro e Sud Italia. Si tratta dell’ultima delle tre chiese ad essere completata e rappresenta un importante traguardo per la città di Ferrara, per il grande valore simbolico e l’impatto sull’identità del territorio e dei suoi abitanti.

“Abbiamo progettato questa chiesa con l’idea di dare alla comunità un’architettura che fosse momento di raccoglimento speciale…abbiamo guardato Ferrara con le sue meravigliose architetture in mattoni e a questo abbiamo unito l’idea di una mongolfiera caduta dal cielo…”
L’architetta Benedetta Tagliabue descrive così l’edificio nel discorso inaugurale dopo la celebrazione liturgica.

Il complesso parrocchiale

Costruito nei pressi di una piccola canonica preesistente, il complesso di San Giacomo si presenta perentorio, cristallino e scultoreo, con una volumetria e caratteri formali propri dell’immaginario figurativo della progettista e archetipi stessi del ruolo sacro a cui è destinato. L’espressività dei materiali lo rende accogliente e familiare, grazie anche all’uso in facciata del mattone a vista a pasta molle, tipico elemento delle architetture di Ferrara e del legno, che conferisce una sensazione di leggerezza e benessere.

La grande piazza antistante la chiesa, anch’essa realizzata con inserti in mattoni a pasta molle posati a spina di pesce, come nella tradizione, si presenta come un’estensione naturale del sagrato. Lo spazio all’interno della chiesa si caratterizza per un’imponente copertura voltata in legno che ricorda le navate romaniche e gotiche e che si sviluppa a raggera intorno ad un anello di luce che circonda un baldacchino sospeso, sorretto da una grande croce realizzata dall’incrocio di due travi antiche, recuperate dalla ristrutturazione del municipio cittadino.

Questo intervento rappresenta un momento importante della città nel promuovere la socializzazione e l’integrazione dei fedeli e dei cittadini; è uno spazio aggregativo che grazie alla presenza di una serie di aule annesse, anch’esse parte del progetto, offrirà servizi educativi, associativi e ricreativi alla comunità.

Le facciate esterne

Per la realizzazione delle facciate esterne la scelta di Benedetta Tagliabue è ricaduta sulla terracotta, un materiale caldo che genera senso di accoglienza e familiarità. In particolare per le facciate si alternano campiture a intonaco bianco, a faccia a vista tradizionale con mattoni 12×25 x 5,5 cm e un particolare bugnato sempre in terracotta che prende ispirazione da alcuni palazzi storici del centro di Ferrara realizzato con mattoni a pasta molle speciali “a diamante” appositamente disegnati da Benedetta Tagliabue e realizzati da Terreal Italia nella sua fornace di Noale (VE). Questa particolare confezione della muratura genera una interessantissima vibrazione della luce.

Benedetta Tagliabue e il suo team progettuale, insieme al liturgista Roberto Tagliaferri e all’artista Enzo Cucchi, che ha realizzato l’apparato iconografico, hanno dato vita ad un progetto al tempo stesso originale e coerente, frutto di un dialogo continuo tra committenza e progettista ed espressione di un’architettura di qualità curata nei dettagli che risponde ad esigenze funzionali della comunità civile e religiosa.